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In viaggio con Erika: perché abbiamo creato un'esperienza per sole donne in Marocco in collaborazione con Destinazione Umana

In viaggio con Erika: perché abbiamo creato un'esperienza per sole donne in Marocco in collaborazione con Destinazione Umana

Ogni viaggio ha un’origine. Un’intuizione, un incontro, un cuore che pulsa dietro le quinte.
Nel nostro Viaggio Ispirazionale per Donne, quel cuore ha un volto, una voce e una storia profonda: si chiama Erika e da quasi vent’anni ha intrecciato la sua vita con quella del Marocco.

Dopo averti raccontato cosa rende così speciale questa esperienza tutta al femminile, oggi ti portiamo dentro l’anima del progetto.
In questa intervista, Erika ci apre le porte del suo mondo: il legame con Essaouira, l’amore per i cavalli, l’incontro con Destinazione Umana e la motivazione autentica che l’ha portata a creare un viaggio pensato per accompagnare le donne in un percorso di riconnessione profonda.

Chi è Erika? Ci racconti la tua storia, il tuo legame con Essaouira e con i cavalli?

La mia storia inizia nel 2006, quando decido di partire da sola per il Marocco. Arrivo a Essaouira e, come spesso succede nei viaggi che cambiano la vita, mi lascio guidare dalla curiosità: prenoto una passeggiata a cavallo al Ranch di Diabat. Ed è lì che incontro Omar.

Ci innamoriamo. E dopo appena venti giorni, torno in Italia solo per salutare: decido di trasferirmi definitivamente a Essaouira. Da allora sono passati diciannove anni. Ho creato una famiglia con Omar, abbiamo due figli, Soraya e Ryan, e continuiamo a lavorare insieme ogni giorno.

I cavalli? Sono stati i primi figli. Il simbolo del nostro amore, ma anche la base di tutto quello che abbiamo costruito. Con loro è nato il nostro progetto, la nostra vita. E continua a essere così.

Essaouira non è solo casa: è il luogo che mi ha accolta, profondamente. Quando mi sono trasferita, ho sentito la mancanza dell’Italia e della mia famiglia d’origine. Lasciare tutto non è stato semplice. Ma il Marocco ha saputo accogliermi in una maniera straordinaria. La sua gente, soprattutto nelle campagne e nei villaggi dell’interno, mi ha insegnato cosa significa ospitare, condividere, accogliere con il cuore. Ed è questo spirito che cerco di trasmettere a chi arriva: la purezza, la semplicità e la bellezza delle persone autentiche.

Cosa significa per te essere stata scelta da Destinazione Umana per questo viaggio?

Dopo il periodo difficile del Covid, ho sentito il bisogno di prendermi uno spazio solo per me. Così, ho partecipato a un viaggio al femminile alle Isole Eolie, organizzato proprio da Destinazione Umana. È lì, tra quei paesaggi vulcanici e l’energia selvaggia di Stromboli, che qualcosa dentro di me si è riacceso. È stato il mio primo viaggio da sola dopo tanti anni, e mi ha aiutata a ritrovarmi. A ricordarmi chi ero, al di là dei ruoli, delle responsabilità, della routine.

Destinazione Umana mi ha regalato un’esperienza trasformativa. Mi ha restituito forza, luce, e quella connessione profonda con me stessa che avevo messo da parte. Per questo oggi, collaborare con loro e portare questo tipo di viaggio qui, in Marocco, la terra che ho scelto come casa, ha un valore immenso. È come restituire, con gratitudine, ciò che io stessa ho ricevuto: creare uno spazio dove ogni donna possa sentirsi accolta, ascoltata, libera di riscoprirsi.
Un viaggio che cambia dentro, prima ancora che fuori.

Perché hai voluto creare un viaggio dedicato esclusivamente alle donne?

Ho sentito il bisogno di creare questo viaggio perché so quanto sia raro, nella vita di tutti i giorni, trovare uno spazio dove le donne possano sentirsi davvero accolte, ascoltate, viste. Uno spazio dove si possa abbassare la guardia, dove non serva dimostrare nulla, dove si possa semplicemente ESSERE.

La collaborazione con Silvia Salmieri e Destinazione Umana è nata proprio da questo desiderio condiviso: offrire un’esperienza che vada oltre la vacanza.

Quando un gruppo di donne si incontra in un contesto autentico, lontano dalle pressioni quotidiane, succede qualcosa di potente. Si crea una sorellanza spontanea, un senso di fiducia e apertura che nella vita "normale" è difficile da vivere.

Ho visto donne che, pur non conoscendosi, si sono capite al volo. Che si sono sostenute, ascoltate, abbracciate senza giudizio.
È questo che voglio portare con questo viaggio: un’occasione per riscoprire il valore dell’incontro tra donne. Perché, quando ci si sente accolte, si ha il coraggio di guardarsi dentro. E da lì, iniziano i veri cambiamenti.

Cosa succede davvero durante questi viaggi? Ci racconti un momento speciale che ti è rimasto nel cuore?

Ci sono due momenti dell’ultima edizione che porto dentro di me con forza. Il primo è stato la notte del bivacco, sulla Falesia, davanti al mare. Ci conoscevamo solo da un giorno e mezzo, ma quel cerchio attorno al fuoco ci ha fatto sentire subito unite. Alcune donne hanno scelto di aprirsi, di raccontare cose che non avevano mai detto prima. C’erano emozioni forti, parole trattenute da anni che finalmente trovavano spazio. Abbiamo riso, pianto, ci siamo ascoltate profondamente. È stato un momento potente, vero.
Anche per me è stato trasformativo: non come guida, ma come donna.

Il secondo momento è stato il giorno dei saluti. Ci siamo abbracciate con un affetto autentico, come se ci conoscessimo da anni. Quegli abbracci avevano un peso diverso: erano pieni di gratitudine, rispetto e voglia di restare in contatto.
Quando diciamo che questo è più di un viaggio, parliamo proprio di questo.

Cosa diresti a una donna che vorrebbe partire ma ha paura di farlo da sola o di non sentirsi all’altezza?

Direi innanzitutto che non serve “essere all’altezza” di nulla. Questo viaggio non è una prova da superare, ma un dono da accogliere. Non ci sono competizioni, né aspettative da soddisfare: c’è solo uno spazio aperto, dove ognuna può essere sé stessa, con i propri ritmi, i propri silenzi, i propri desideri.
È un’esperienza che accoglie tutte le età, tutte le storie, anche quelle più fragili o stanche. E anzi, spesso sono proprio quelle a illuminare il cerchio.

Partire da sole, in questo caso, non è un limite: è una scelta potente. Significa scegliere di ascoltarsi, di concedersi un tempo tutto per sé, e di aprirsi davvero all’incontro con l’altra. Perché quando lasci spazio, l’altro ti arriva meglio. E quando lasci andare il controllo, succede la magia.
Tutte le donne dovrebbero concedersi almeno una volta nella vita qualcosa di così autentico.

Cosa speri che ogni donna porti con sé al ritorno?

Spero che ogni donna torni a casa con un dono invisibile ma potente: il coraggio di mettere sé stessa al centro, senza più chiedere il permesso.

Il coraggio di ascoltare quella voce che per troppo tempo è rimasta chiusa in un cassetto, di dare spazio ai propri desideri senza sentirsi in colpa, di dire “sì” a sé stessa.
Questo viaggio non promette soluzioni, ma offre uno spazio sicuro dove riscoprirsi e iniziare, finalmente, a muovere i primi passi verso ciò che si desidera davvero.

E se c’è una cosa che spero ancora di più, è che al ritorno nessuna si senta più sola.
Perché là fuori ci sono tante altre donne che stanno cercando un nuovo modo di camminare, e il filo che ci ha unite in questo viaggio continua a esistere anche dopo. Resto in contatto con molte delle partecipanti, e ogni volta scopro come, grazie a questi sette giorni, sono riuscite a fare passi concreti verso sé stesse. 

E questo, per me, è il regalo più grande. Perché questo non è solo un viaggio, è un inizio.

Erika e Destinazione Umana ti aspettano, insieme a un gruppo di donne straordinarie, come te!

Il prossimo Viaggio Ispirazionale per Donne si terrà a novembre.
Se senti che qualcosa dentro di te chiede spazio, ascolto e autenticità…
forse è il momento giusto per partire.

Lasciati guidare in un’esperienza che parla di libertà, sorellanza e rinascita. Scoprirai che non sei sola. E che il mondo può ancora sorprenderti.



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